(una specie di traduzione) IL VERZIERE DI RE LUIGI Distesi sulle sue larghe braccia, la foresta ove si desta Flora ha delle corone di impiccati che il mattino accarezza e dora. Questo bosco scuro, dove la quercia inalbera, a grappoli, frutti mai visti persino dai Turchi e dai Mori, e' il verziere del Re Luigi. Tutti questi poveri intirizziti sgranando pensieri che ignoriamo, persi in dei turbini volteggiano, palpitanti ancora. Il sole che nasce li divora. Guardateli, voi, cieli in fiamme, danzare nei fuochi dell'aurora. E' il verziere del Re Luigi. Questi impiccati, che il Diavolo comprende, chiamano altri impiccati, ancora. Mentre nei cieli, tesi d'azzurro, dove sembra risplendere una meteora, la rugiada nell'aria si fa vapore, uno sciame d'uccelli felici sulle loro teste coi becchi picchia E' il verziere del Re Luigi. Principe, è un bosco che adorna un mucchio d'impiccati nascosti nel dolce fogliame che risuona, È il verziere del Re Luigi. (Théodore de Banville, 1873) [per tornare al post, servirsi delle barre di navigazione]